Questo albero è un puzzle di storie.

Ogni piastrella di questo albero ha la sua storia.

Ed è come vedere  le mani rugose di chi, in un salotto fatto di centrini, ha lavorato nei pomeriggi invernali.
Le mani piccole della bambina che ha azionato la sua maglieria tessendo piano piano un quadrato azzurro e quelle della ragazzina che ha costruito la stella.

È come vedere la signora che ha fatto sessanta piastrelle, tante quanti i grani del rosario.
Le mani di chi ha cucito, fino a notte fonda, nel silenzio della casa, strisce e strisce di mattonelle abbinando colori e forme.

Ci sono i quadrotti scambiati nella pausa pranzo, quelli passati da mani a mani lungo i corridoi di una scuola nel cambio d’ora, i festoni lasciati nel cassetto della sala docenti o nella buca delle lettere.

È come vedere quel bambino che ha cercato in famiglia qualcuno che sapesse lavorare all’uncinetto qualche mattonella e poi ha trovato una nonna del Molise, che gliele ha inviate per posta.

Ci sono i lavori di chi ha fatto e rifatto provando a ricordare i gesti imparati nell’infanzia, i lavori delle nonne, che hanno cercato di far contenti i nipoti, i lavori delle donne che a fine giornata si sono dedicate un’ora di tranquillità.

Ci sono, in quest’albero, uomini e donne che hanno costruito l’intelaiatura, hanno posizionato le luci, hanno fatto da postino da casa a casa consegnando piastrelle piegate con cura.

Questo è un albero in movimento.
Ed è un albero costruito di ritagli, ritagli di fili di lana, ritagli di tempo.
Ogni quadrato è una piccola toppa di colore sulle ferite quotidiane della vita.

Allora, che questo albero possa portare un attimo di serenità anche a tutti coloro che lo guardano.

Buon Natale!